Fotografia in Criminologia: come catturare e perfezionare le prove
La Fotografia in Criminologia non è solo uno strumento di documentazione, ma un pilastro nella raccolta di prove visive. Le immagini scattate sulla scena del crimine devono essere complete, accurate, dettagliate e rappresentative della realtà, una cristallizzazione realistica delle “cose pertinenti al reato”, in generale della scena del crimine, effettuata in un determinato luogo e tempo, per fornire uno strumento utile alle indagini della polizia giudiziaria ed eventualmente utilizzabili anche per le indagini difensive effettuate dalle parti in causa. Le fotografie saranno una prova obiettiva e inconfutabile del lavoro svolto, dello stato dei luoghi nei quali è avvenuto un fatto di rilevanza giudiziaria, che fa parte integrante del verbale di sopralluogo redatto dalla polizia. In questo articolo esploreremo le tecniche fondamentali per scattare fotografie forensi efficaci e come la post-produzione può aiutare a perfezionare i risultati senza comprometterne l’autenticità.
L’importanza della precisione in Criminologia
Documentazione oggettiva: niente modalità ritratto o effetti artistici, stiamo parlando di Fotografia nel senso più puro e primordiale, ossia riproduzione della realtà, obiettiva e onesta, per quanto lo strumento consente. Ogni dettaglio deve essere ripreso con precisione senza ovviamente manipolare la scena del crimine; gli oggetti vanno ripresi sul posto, non vanno spostati, né ripuliti prima dello scatto… vale sempre il principio che il fotografo giudiziario non deve fare foto belle, bensì utili! Va da sé che un coltello va prima fotografato dove si trova, per contestualizzarlo nella scena del crimine; dopo ci si può avvicinare e fare uno scatto più vicino e dettagliato con un riferimento metrico (un righellino in pratica). Prima della repertazione e maneggiandolo con estrema cura per non cancellare tracce utili sulla sua superficie, si fotografa anche il lato opposto. Quasi tutti gli oggetti hanno due lati: una pistola, un foglio di carta, un coltello, ecc. ed occorre documentare tutto: completezza e precisione.
Angoli di ripresa e prospettive: evitare distorsioni esagerate, per quanto possibile. Nessuna esasperazione, più adatta ad altri generi fotografici. È ovvio comunque che un lungo bancone di un bar, impossibile da riprendere frontalmente con un unico scatto, va ripreso dai due lati e ciò comporta un naturale effetto prospettico.
Illuminazione corretta: è necessario evitare ombre e contrasti intensi e riflessi eccessivi che nascondono i dettagli. Chi userà le fotografie per svolgere le indagini deve “leggere e capire bene” i dettagli; devono essere ben distinguibili.
Tecniche fotografiche forensi
Scelta dell’attrezzatura: non pensate che si usino fotocamere ultra professionali, più adatte alla Fotografia sportiva ad esempio. Certo occorre sempre orientarsi verso sensori di alta risoluzione e obiettivi di qualità, ma spesso è più utile la maneggevolezza dell’attrezzatura piuttosto che altre caratteristiche. Vi dico onestamente che talvolta si ottengono foto migliori con il cellulare, per la sua estrema maneggevolezza, piuttosto che usando un pesante e grosso corpo macchina.
Fotografie panoramiche e ravvicinate: mai visto usare un fisheye. Una stanza piccola e stretta, lo scompartimento di un treno necessitano di un obiettivo a corta focale, ma non scenderei sotto il 17 mm (in riferimento al formato 24×36) e il più delle volte un buon 24 mm risolve ogni situazione, con un unico scatto. Per quanto riguarda la Fotografia ravvicinata e macrofotografia, consiglio obiettivi ad ottica fissa tipo 60 mm sul formato 24×36 e 40 mm sul formato DX, ma ci sono anche ottimi 105 mm macro. Gli obiettivi “Macro” sono ottimizzati per la Fotografia ravvicinata, hanno la loro resa ottica migliore sui soggetti vicini e sugli ingrandimenti di particolari e ovviamente permettono di mettere a fuoco a brevi distanze, cosa che gli obiettivi standard non permettono.
Utilizzo di scale e misurazioni: per dare un riferimento visivo e dimensionale ai soggetti (ad esempio, posizionare un righello accanto a un’impronta, una traccia).
Fotografia in condizioni difficili: come scattare in ambienti con scarsa illuminazione o dove potrebbero esserci fluidi che riflettono la luce. Flash e luce diffusa per gli oggetti riflettenti.
Post-produzione: migliorare senza alterare
Correzione della luminosità e contrasto: piccole regolazioni per evidenziare dettagli senza modificare le caratteristiche originali. Vietato tagliare e cancellare dettagli o porzioni dell’immagine.
Bilanciamento del colore: correggere eventuali dominanti cromatiche dovute all’illuminazione della scena senza alterare i colori naturali. Lo scopo è avvicinarsi il più possibile a un aspetto realistico, ossia (banalmente) alla visione umana.
Riduzione del rumore: l’eliminazione del rumore digitale può migliorare la chiarezza delle immagini, soprattutto in condizioni di bassa luminosità.
Strumenti di elaborazione avanzata: come l’uso di software specifici (ad esempio, Photoshop o Lightroom) può aiutare a migliorare i dettagli senza introdurre elementi artificiali.
Etica e responsabilità nella Fotografia forense
Integrità delle prove: evitare di manipolare le immagini in modo che possano essere considerate alterate. Ripeto: fare foto utili, non è richiesto che siano anche gradevoli.
Linee guida legali: le immagini devono essere trattate seguendo protocolli rigorosi per assicurarsi che siano ammissibili come prove in tribunale. Mai cancellare foto in una sequenza; si tiene tutto, mai esporre il lavoro fotografico a dubbi e contestazioni; uno scatto non riuscito si rifà, non si cancella.
Documentazione accurata del processo: ogni modifica effettuata durante la post-produzione deve essere tracciata per garantire trasparenza e verificabilità.
Conclusione
La Fotografia forense richiede un approccio metodico e preciso, non solo nel momento dello scatto, ma anche durante la fase di post-produzione. L’equilibrio tra l’ottenere immagini chiare e dettagliate e mantenere l’integrità della scena è fondamentale per il successo e la credibilità delle indagini criminologiche. Il fotografo forense ha una responsabilità enorme: contribuire alla ricerca della verità attraverso l’immagine. Mettere in atto il metodo della fotografia giudiziaria significa seguire un certo ordine di lavoro: dal generale al particolare, dall’esterno all’interno, da destra verso sinistra (è uno standard – antiorario), dal basso verso l’alto previsto nel PT (Procedure Tecniche). Solo per persone e animali dalla testa ai piedi.
La rigorosa applicazione di queste procedure non solo assicura l’accuratezza delle immagini, ma anche il rispetto delle norme legali, rendendo il fotografo forense un attore chiave nel processo di indagine e giustizia.
N.B. L’articolo è stato redatto con l’ausilio del fotografo forense Claudio De Simoni, che ringrazio sempre per la sua Amicizia e Professionalità.