Fotosviluppo e Fotoritocco
Ripropongo un argomento che mi sta molto a cuore: la post-produzione. Ho avuto modo di parlarne nei miei corsi di Fotografia ed è stato un tema dibattuto con tanti fotografi. Di seguito riporto un testo già pubblicato su un altro mio vecchio blog. Non è una forma di riciclaggio per riempire pagine, ma un altro spunto di riflessione. Se volete, in fondo alla pagina potete lasciare un commento, dando il vostro punto di vista. Grazie!
Fotografia analogica: un mondo diverso
Quando la Fotografia più diffusa era analogica, chi si occupava di tutto il processo di sviluppo e stampa erano i laboratori professionali e i minilab, oppure un numero ristretto di appassionati che investiva parecchi soldi nell’attrezzatura necessaria.
Lo sviluppo del rullino e la successiva stampa su carta chimica richiedevano una buona conoscenza del procedimento e dei prodotti utilizzati. I tecnici più bravi usavano tecniche di ritocco per eliminare imperfezioni, aggiungere soggetti per riequilibrare la composizione, o eliminare elementi non graditi. Queste persone erano considerate dei veri e propri alchimisti, “artigiani della luce”.
L’avvento della Fotografia digitale
Con l’avvento della Fotografia digitale, il modo di fare fotografia è completamente cambiato. Quasi tutti hanno ora una fotocamera digitale, un computer, un programma di fotoritocco e una stampante. Ciò che prima era riservato a pochi, oggi è alla portata di molti: stampare da soli le proprie fotografie.
Le fotocamere digitali hanno raggiunto livelli di qualità eccellente, anche nelle versioni compatte. Le stampanti a getto di inchiostro moderne offrono una qualità di stampa molto alta, con ottima definizione e un’ampia gamma di opzioni per la carta fotografica. Tuttavia, nulla vieta di mettere le foto su un supporto digitale (CD o penna USB) e farle stampare su carta chimica in un laboratorio.
Il dibattito sull’autenticità della fotografia
Oggi, poiché il sistema digitale è alla portata di tutti, non è infrequente che si avanzino dubbi sull’autenticità di uno scatto. Spesso si considera il fotoritocco un abuso, un modo per rendere più bella l’immagine a scapito dell’autenticità dello scatto originale. Come se il fotoritocco tradisse in ogni caso la funzione primaria della Fotografia: copiare fedelmente la realtà.
Com’è cambiato il mondo: Prima il fotografo che ritoccava era un mago, ora è uno che altera la realtà.
Fotosviluppo vs Fotoritocco
Ho provato a cercare su Google la parola “fotoritocco”. In generale, questo termine è utilizzato in argomenti che riguardano immagini e non propriamente fotografie, in un ambito quasi sempre grafico. Ho provato così a cercare la parola “fotosviluppo”, ma non ho trovato una definizione.
Dato il passaggio al digitale e la nuova visione della Fotografia, potrebbe essere necessario fare chiarezza. Si potrebbe introdurre il termine “fotosviluppo”, distinto dal fotoritocco, per evitare di confondere il fotografo con il grafico e la Fotografia con l’immagine.
Un esempio: Il fotosviluppo, rispetto al fotoritocco, è come paragonare una donna che si trucca (fotosviluppo) a una donna che si fa il lifting (fotoritocco).
Il Fotosviluppo digitale: Cos’è?
Il fotosviluppo digitale rappresenta la post-produzione che non modifica l’intima natura della foto, ma permette allo scatto generato dalla fotocamera digitale di tirare fuori elementi, colori e dettagli presenti nello scatto, ma non chiaramente visibili.
Una metafora utile: Rifacendosi alla Fotografia chimica, è come se la macchina fotografica digitale impressionasse elettronicamente un rullino virtuale (scheda di memoria) che deve essere sviluppato al meglio per ottenere la fotografia finale, ricca di particolari nelle luci e nelle ombre e con la migliore definizione possibile.
Confini sfumati tra Fotosviluppo e Fotoritocco
Purtroppo, la linea di confine tra fotoritocco e fotosviluppo non è così netta. La Fotografia digitale ha permesso di produrre molti più scatti di qualità, sia per la possibilità di vedere subito lo scatto ed eventualmente ripeterlo, sia per la capacità di ottenere buoni risultati anche in condizioni di scarsa luce.
I programmi di post-produzione consentono di attenuare il rumore, aumentare l’effetto presenza e regolare i canali colore per ottenere foto realistiche e ben bilanciate. Ma se ciò non bastasse, l’editing permette, con strumenti come il timbro clone o la gomma, di modificare ulteriormente la foto, rendendo eccellente quella che prima era discreta. Questo comporta l’eliminazione di difetti, aberrazioni ottiche e dettagli indesiderati, passando così al vero fotoritocco.
La mia opinione: Non credo che nella maggior parte dei casi ci sia nulla di male, basta non esagerare. Non è “far diventare la realtà finzione”, ma utilizzare uno strumento per adattare l’immagine alla visione del fotografo, al ricordo della realtà che aveva di fronte.
Conclusione
La Fotografia è rimasta quella che era, sono cambiati i mezzi, che ora sono più potenti e veloci, ma la finalità è la stessa: cercare di ottenere una copia della realtà, la versione migliore possibile, che possa suscitare emozioni in chi la osserva.