Giovanni Gastel ed Efrem Raimondi: due Anime della Fotografia a confronto
Nel contesto della Fotografia italiana, Giovanni Gastel (1955-2020) ed Efrem Raimondi (1955-2021) rappresentano due pilastri imprescindibili. Le loro carriere, parallele ma contrastanti, offrono spunti di riflessione sulle diverse espressioni artistiche all’interno della stessa disciplina. Nati nello stesso anno, alla soglia dei settant’anni dalla loro nascita, desidero far luce su queste due figure che i rappresentanti della Fotografia, anzi l’Italia tutta, dovrebbero celebrare l’anno prossimo, in quanto entrambi hanno lasciato un’impronta indelebile, seppur con stili e visioni del mondo radicalmente differenti, come due stelle brillanti che illuminano sentieri diversi nel cielo dell’arte, non solo italiano, del nostro tempo.
Le origini e l’ascesa di Giovanni Gastel
Giovanni Gastel, nato a Milano, nipote del celebre regista Luchino Visconti, è cresciuto in un contesto aristocratico, circondato da stimoli culturali che hanno influenzato profondamente la sua visione artistica. La sua carriera nella Fotografia è iniziata negli anni ’70, con collaborazioni su riviste di moda minori. Negli anni ’80 e ’90 ha lavorato per brand di spicco e pubblicazioni di alta moda nel fiorente periodo del “Made in Italy”, sviluppando uno stile sofisticato e celebre per la sua eleganza senza tempo.
I suoi ritratti, che spaziano da Naomi Campbell a Monica Bellucci e perfino Barack Obama, sono noti per la capacità di penetrare la personalità del soggetto. Usava luci morbide, composizioni classiche e una sensibilità estetica unica per rivelare l’essenza intima dei suoi soggetti.
Oltre alla Fotografia di moda, Gastel ha esplorato con successo altri generi, tra cui l’arte concettuale e il ritratto fotografico. Le sue opere, esposte in musei come la Triennale di Milano e il Palazzo della Ragione, anch’esso a Milanno, consolidano il suo status di maestro della Fotografia contemporanea.
Efrem Raimondi: il ribelle della Fotografia italiana
Efrem Raimondi, nato a Vimercate, ha sviluppato una visione fotografica fortemente anticonformista e radicata in un’estetica cruda e autentica. Ha evitato l’approccio patinato della fotografia di moda, preferendo una strada diretta e sincera. Raimondi catturava l’essenza del soggetto, andando oltre apparenza e glamour per rivelare emozioni e verità profonde.
È noto per la sua collaborazione con Vasco Rossi, creando ritratti che incarnano l’essenza ribelle e sfaccettata del rocker italiano. Questa intimità visiva, unita a uno stile spontaneo e diretto, gli ha conferito il soprannome “il fotografo di Vasco”. Raimondi ha anche esplorato temi sociali e culturali, portando il suo linguaggio visivo su testate come Rolling Stone, GQ, e Vanity Fair, dove ha sfidato le convenzioni stilistiche e concettuali.
Vasco Rossi e Efrem Raimondi: un connubio visivo iconico
Mi soffermo su Raimondi, che ho avuto modo di conoscere di più, e su un aneddoto significativo che lega lui a Vasco Rossi. Riguarda la realizzazione del libro fotografico Tabularasa. Quando il fotografo Toni Thorimbert decise di creare un’opera su Vasco, chiamò subito Raimondi, riconoscendone l’abilità di vedere Vasco in modo unico. Il risultato fu un libro straordinario, una raccolta visiva che rende omaggio alla complessità di Vasco. (Qui a fianco, la dedica di Efrem Raimondi sulla mia copia di Tabularasa, presentato ad Alessandria).
Raimondi era a suo agio nell’immediatezza e spontaneità, perfetti per cogliere l’energia autentica di Vasco Rossi. Questo connubio tra fotografo e soggetto ha prodotto alcune delle immagini più iconiche di Vasco, rendendo Raimondi un testimone visivo di uno dei periodi più intensi della carriera del rocker.
Un’eredità che ispira le nuove generazioni
Il confronto tra Gastel e Raimondi non si limita allo stile, ma abbraccia anche visioni del mondo e dell’arte. Mentre Gastel aspirava all’eleganza e alla perfezione formale, Raimondi si immergeva nel caos e nell’imprevedibilità della realtà. La loro eredità continua a ispirare nuove generazioni di fotografi, dimostrando come approcci diversi possano arricchire e diversificare la Fotografia contemporanea italiana.
N.B.: L’immagine di copertura ha per me un significato speciale. È stata scattata a Milano durante la lectio magistralis di Efrem Raimondi “La Fotografia Non Esiste” alla presenza dell’amico e collega Giovanni Gastel. L’evento si è tenuto alla Triennale di Milano il 7 maggio 2015, in una sala gremita di curiosi e appassionati.
Il video della serata lo potete trovare al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=ANshqFWM1_A