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Talento e Fotografia
Reportage

Dalla Pandemia Covid-19 al Vaiolo delle Scimmie: la Fotografia come testimonianza

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La Fotografia come strumento di cronaca e memoria

La Costituzione Italiana, attraverso l’articolo 21, e l’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, sanciscono il diritto di cronaca e la libertà di pensiero. Questi diritti sono essenziali non solo in tempi ordinari, ma anche durante situazioni straordinarie come la pandemia di Covid-19 e l’attuale emergenza legata al vaiolo delle scimmie. In momenti drammatici come questi, è fondamentale fissare nella memoria collettiva le esperienze vissute, documentandole per le generazioni future.

Il ruolo della Fotografia in tempi di crisi

In tali contesti, la Fotografia non è semplicemente un atto di registrazione: diventa uno strumento potente per raccontare e interpretare la realtà. Durante la pandemia di Covid-19, abbiamo assistito a un’umanità che ha dovuto ridefinire i gesti e le abitudini quotidiane, trasformando ciò che era normale in scene quasi cinematografiche. La Fotografia ha immortalato questo cambiamento, rendendo visibili tanto le sofferenze quanto le conquiste di un’epoca segnata da sfide inaspettate.

La Fotografia nel contesto del Vaiolo delle Scimmie

Oggi, di fronte alla nuova minaccia globale rappresentata dal vaiolo delle scimmie, la Fotografia torna a essere testimone cruciale. Come durante la pandemia di Covid-19, anche in questa crisi sanitaria la Fotografia può sensibilizzare l’opinione pubblica, documentare gli effetti della malattia e raccontare le storie delle persone colpite. Le immagini hanno il potere di trasmettere non solo i fatti, ma anche le emozioni, le paure e le speranze che accompagnano questi momenti difficili.

Testimonianze visive di un’epoca da ricordare

Le Fotografie scattate durante il Covid-19—nei momenti di isolamento, negli ospedali, nelle strade deserte—hanno catturato l’essenza di un periodo che ha trasformato profondamente il nostro modo di vivere. Queste immagini sono diventate testimonianze visive di un’epoca che non deve essere dimenticata, mostrando la vulnerabilità umana e la forza della resilienza collettiva.

Documentare la realtà con responsabilità

Anche con il vaiolo delle scimmie, la Fotografia continua a svolgere un ruolo fondamentale. Proprio come durante la pandemia, oggi può contribuire a sensibilizzare, documentare e raccontare le storie di chi è coinvolto in questa nuova crisi sanitaria. Le immagini possono trasmettere una realtà complessa, ma anche le emozioni che essa suscita.

La Fotografia: un atto di memoria collettiva

La Fotografia non è semplicemente un click. È il risultato di un impulso che nasce dal nostro vissuto, dalle nostre convinzioni, emozioni e dalla realtà che cattura il nostro sguardo. In questo senso, la Fotografia non solo è generata da interessi composti, ma ne genera di nuovi, diventando un mezzo potente per fissare nella memoria collettiva ciò che accade.

Il mio contributo nella documentazione dell’emergenza

Per questo motivo, ho deciso di dare il mio contributo descrivendo un punto di vista fotografico anche in relazione all’attuale emergenza legata al vaiolo delle scimmie. Dopo aver pubblicato tantissime foto, tra cui la sottostante selezione nell’album “Covid-19 Days” su una mia vecchia pagina social, ormai dismessa, di “Talento e Fotografia”, ho deciso di parlare per similitudini e differenze di questo nuovo capitolo dedicato al vaiolo delle scimmie. Anche in questo caso, bisogna rispettare rigorosamente le norme, evitando di rendere riconoscibili i volti delle persone attraverso inquadrature appropriate o sfocature, per tutelare la loro privacy e dignità.

L’importanza di fotografare la realtà con sensibilità

Sia che si tratti di immagini del lockdown o di fotografie che ritraggono le sfide attuali, il mio intento è documentare la realtà con trasparenza e responsabilità. La Fotografia diventa così uno strumento di riflessione, capace di ricordare i momenti difficili attraversati, piangere i nostri morti, ma anche gioire delle conquiste passate ottenute e sperare in quelle delle difficoltà che ci sono e che verranno.

Un invito a non avere paura di fotografare

In conclusione, invito tutti, fotografi e non, a non avere paura di immortalare la realtà: “Non abbiate paura di Fotografare la realtà, ma fatelo con testa, occhio e cuore”, scrissi sulle mie pagine social tanto tempo fa. Una affermazione in cui, ancor oggi, fermamente credo. Allo stesso modo, reputo che la Fotografia sia l’estensione della nostra memoria e, finché rispettiamo le norme e agiamo con sensibilità, rimarrà un potente mezzo per documentare e interpretare il mondo che ci circonda.
Buona Luce a tutti!

N.B. In questa selezione di 180 immagini [divise in 5 sezioni come rullini da 36 pose l’uno ndr], estratte da oltre 8.000 scatti realizzati durante la pandemia di COVID-19, ho cercato di costruire un racconto visivo che si muove tra l’ordinario e lo straordinario, tra ciò che era o è diventato normale e ciò che, al contrario, sembra uscito da un film o da un incubo e che ora è lontano, lontano nel tempo. Queste fotografie testimoniano un periodo che rimarrà indelebile nella nostra storia. Era necessario documentare questi momenti, nonostante le polemiche che hanno suscitato e al plauso di coloro che hanno capito la vera essenza di ciò che voleva essere trasmesso: ogni immagine rappresenta un frammento di quel tempo, un tentativo di fermare per sempre le emozioni, le paure e le speranze di quei giorni.

Attenzione: Alcune immagini protrebbero urtare la vostra sensibilità

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