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La Fotografia dell’anima: quando l’idea di un’immagine vale più di mille pixel

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“È vero. Una foto che avrei voluto tanto fare con Lei, ma che non sono riuscito perché troppo preso a vivere appieno la sua presenza. Uno scatto mancato e senza pixel del quale però resta una meravigliosa immagine, stampata in alta definizione nel cuore. Era la notte di San Lorenzo e la stella più bella era davvero Lei.” ⭐️🤍

Queste parole scritte ieri dal mio amico Alessandro Stanco su Facebook, non sono solo una semplice riflessione, ma offrono uno spunto per esplorare il concetto di Fotografia in sé, oltre la sua funzione tecnica e visiva.

La Fotografia come memoria tangibile

La Fotografia tradizionale ci permette di rivivere momenti preziosi attraverso immagini tangibili, che possiamo guardare e riguardare. Tuttavia, come suggerisce Alessandro nel suo post, a volte il valore di un momento non può essere catturato con un semplice scatto.

L’Emozione dietro l’obiettivo: quando la presenza da protagonista vince sulla Fotografia

Alessandro ci ricorda che ci sono momenti in cui siamo così immersi nell’esperienza del presente che la Fotografia sembra quasi superflua. La vera bellezza di quel momento risiede nella sua intensità vissuta, non necessariamente nella sua documentazione. La “stella più bella” di quella notte è rimasta impressa nei suoi ricordi, più vivida di qualsiasi fotografia. Una sorta di regola in cui l’eccezione è la sottrazione di se, perchè vivi fortemente il momento: non puoi essere un portatore di testimonianza se sei coinvolto e immerso come attore principale in una scena della vita.

Le Fotografie interiori: il potere dei ricordi

Non finirò mai di scancarmi a dire che la Fotografia è l’estensione della nostra memoria. Se ci fosse una possibilità fantascientifica di poter immagazzinare in qualche modo le “fotografie interiori” sarebbe un successo commerciale da milioni di euro, perchè sono immagini mentali ci accompagnano per tutta la vita e fanno bagaglio, zaino sulla schiena dei ricordi. Non hanno bisogno di essere sviluppate o visualizzate su uno schermo, perché sono parte integrante del nostro essere. Ma allo stesso tempo si estende il concetto di Fotografia da apparato tecnico/scientifico tangibile fatta di strumenti, macchine per lo sviluppo e supporti più o meno avanzati, ad un concetto di esistenza delle Fotografia nel suo concetto più filosofico: la fotografia può essere descritta attraverso diverse prospettive che indagano il suo rapporto con la realtà, il tempo, la memoria e l’arte.

  • Mimesi e Realtà: La Fotografia è spesso vista come una forma di mimesi, ovvero di imitazione o rappresentazione della realtà. Rispetto ad altre forme artistiche come la pittura, la Fotografia è stata considerata da alcuni filosofi come una riproduzione più fedele del mondo visibile. Tuttavia, questo concetto è problematico, poiché la Fotografia non è una copia neutra della realtà, ma è influenzata da scelte tecniche, compositive e interpretative.
  • Tempo e Memoria: Roland Barthes, nel suo saggio La camera chiara, riflette sulla Fotografia come strumento di cattura del tempo. La Fotografia immobilizza un istante, creando una relazione complessa tra presente e passato. Barthes introduce il concetto di “punctum”, un dettaglio nell’immagine che colpisce personalmente l’osservatore e lo collega emotivamente a ciò che è rappresentato. Questo fa della Fotografia non solo un documento, ma anche un mezzo che suscita ricordi e emozioni.
  • Ontologia e Rappresentazione: Filosofi come André Bazin hanno discusso l’ontologia della Fotografia, vedendola come una traccia automatica della realtà, qualcosa che mantiene un legame diretto con l’oggetto rappresentato. La Fotografia è quindi vista come un’impronta del reale, una sorta di “presenza assente”, dove l’oggetto fotografato è assente ma evocato dalla sua immagine.
  • Estetica e Arte: La questione se la Fotografia possa essere considerata una forma d’arte ha suscitato dibattiti filosofici. Susan Sontag, nel suo libro, esplora come la Fotografia sia stata trattata sia come arte sia come documento. Il suo potenziale artistico è legato non solo alla tecnica, ma anche alla capacità del fotografo di vedere e interpretare il mondo in modi nuovi e significativi.
  • Critica della Cultura e Potere: Infine, la Fotografia è anche analizzata dal punto di vista della critica della cultura e del potere. Walter Benjamin, in L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, riflette su come la Fotografia (e altre forme di riproduzione tecnica) abbiano trasformato il modo in cui l’arte è consumata e percepita, democratizzandola ma anche alienandola dal suo contesto originale. Inoltre, la Fotografia può essere uno strumento di potere, capace di manipolare la realtà e l’opinione pubblica.

In sintesi, la Fotografia, nella riflessione filosofica, è una pratica complessa che solleva questioni profonde sul rapporto tra realtà, rappresentazione, tempo, memoria e potere, oltre a sfidare i confini tra arte e documentazione. Nel concreto, queste immagini sono spesso più vivide e significative di quelle che possiamo rivedere in una fotografia stampata.

La notte di San Lorenzo: le stelle e la Fotografia dell’Anima

La metafora della “stella più bella” che Alessandro utilizza nella sua descrizione, riflette l’idea di un momento che va oltre la Fotografia. Le stelle cadenti sono fugaci, come certi momenti nella vita. Sono impossibili da catturare nella loro interezza, ma lasciano un’impressione duratura nella nostra memoria. La notte di San Lorenzo diventa, quindi, un simbolo di quei momenti irripetibili che non possiamo fotografare, ma che conserviamo gelosamente nei nostri cuori.

Nell’era del digitale, dove tutto sembra poter essere documentato e condiviso, è importante ricordare che non tutte le immagini necessitano di essere catturate. Alcune delle fotografie più belle sono quelle che viviamo, quelle che non scattiamo, ma che restano per sempre impresse nella nostra mente e nel nostro cuore. Forse, alla fine, è proprio questo il vero potere della Fotografia: non solo quello di fermare il tempo, ma anche di insegnarci a vivere appieno il momento, senza la necessità di doverlo documentare. Come nella musica il brano è fatto di note e di pause, che danno corpo alle emozioni, allo stesso modo in Fotografia tra il Click! e il non Click! ci deve essere un sano equilibrio che porta la Fotografia a manifestarsi non solo nell’immagine catturata, ma anche in quella che scegliamo di non immortalare. È in quel vuoto apparente, in quel silenzio visivo, che la vera magia si rivela: la capacità di vedere con l’anima, di apprezzare la bellezza invisibile agli occhi e di lasciare che il ricordo si scolpisca da solo, in una forma unica e irripetibile, che nessun obiettivo potrà mai catturare. In questo spazio tra l’attimo fuggente e la memoria eterna, la Fotografia smette di essere mera tecnica e diventa pura poesia.

N.B. L’immagine di copertina è il crop di una fotografia da me scattata su una rientranza della strada statale 27 per il Gran San Bernardo. Scattata il 17/07/2020 alle ore 00.34 cone da dati EXIF del file .NEF [il file grezzo della famiglia Nikon ndr]

EXIF: Nikon D500 – F/8, 20 sec. (su cavalletto), 51200 ISO, 18 mm

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