Preparati e Presenti!

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La Fotografia, in valore pratico, nel 2027 avrà trecento anni di vita. Siamo partiti dai rudimenti chimici della fotografia analogica, per arrivare fino alla svolta epocale, quella della fotografia digitale, avvenuta nel 1988. Solo nel 1999 però la fotocamera inizia ad invadere il mercato, grazie agli smartphone, fino ad arrivare all’ultimo decennio in cui lo strumento fotografico si è diffuso in modo capillare. A causa della loro semplicità d’uso, con la possibilità di effettuare correzioni o di inserire effetti, tanti si sono improvvisati fotografi. Inquadrare un soggetto su uno schermo e premere un pulsante virtuale su di esso è elaborare attraverso un circuito in modo automatico un’immagine. La Fotografia è altra cosa: è una scienza esatta ed allo stesso tempo un’arte, come la Musica, dove ci possono essere autodidatti che esprimono il loro estro e la loro fantasia senza conoscere la teoria, ma sono rare eccezioni. Nella Fotografia vale lo stesso principio. Nella maggior parte dei casi comunque è necessario essere… Preparati. Partiamo dal presupposto che la Fotografia è un linguaggio, una forma di comunicazione ed in quanto tale deve essere usata, proprio come la lingua parlata o scritta, cioè nel modo corretto. Come ogni forma di comunicazione ha delle regole da seguire per giungere alla piena comprensione. Per far ciò bisogna studiare, imparando le regole fondamentali e provando ad applicarle facendo molta pratica. Gli errori saranno tantissimi, gli scatti da buttare un’infinità, ma è proprio lavorando, sudando, “facendosi il mazzo” che si ottengono i migliori risultati. Se tutto ciò fosse corollato da una guida, un tutor, un insegnante o un coach, sarebbe il massimo, ma prima o poi questo passo è da affrontare e non ci sono sconti. Comunque sia, il punto nodale è non sentirsi mai arrivati. Bisogna avere la costanza, la perseveranza e la curiosità di provare ad esercitarsi in vari argomenti: paesaggistica, macro, moda, cibo, musica, ecc. Da qui, trovare l’argomento o gli argomenti che più ci piacerebbe approfondire e cercare lo scatto “felice” e nel caso migliorarlo ulteriormente con la post-produzione. Una volta raggiunto questo step, la domanda fondamentale da farsi è: “Come posso migliorare lo scatto, facendo in modo che la mia foto possa trasmettere ciò che voglio comunicare?” Se è il caso e c’è la possibilità, mettere da parte gli scatti e produrne altri. Per schiarirsi le idee a volte è necessario anche vedere, guardare ed osservare il lavoro degli altri, dal quale si può sempre imparare qualcosa (cosa fare o non fare): non copiare, ma cercare di catturare l’essenza di ciò che gli altri vogliono dirci con le loro fotografie e trovare il nostro modo di raccontare ciò che vediamo camminando nel mondo che ci circonda. Quindi se la teoria getta le basi per la nostra formazione, ciò che maggiormente conta è mettere in pratica ciò che si è imparato e di volta in volta, utilizzare la propria esperienza come volano per poter far salire l’asticella della qualità delle nostre immagini. Seguire la propria vena creativa è sicuramente di aiuto per essere massimamente espressivi, perchè come in tutti i campi, appassionarsi è il miglior catalizzatore per poter comunicare in modo potente ed immediato. Nel frattempo, potrebbe essere utile all’inizio utilizzare occasione in cui persone ci posso chiedere: “Scusa, se hai due minuti di tempo mi fai due scatti?”. Risulterebbe un primo passo fondamentale per fare bagaglio di esperienza per incominciare a scattare in modo appropriato, ma evitando di perseverare in questa direzione per una questione di costi/opportunità, perchè la Fotografia è spassosamente seria, e la cosa più importante che bisogna fare, salvo rare eccezioni è porsi nel modo giusto, formarsi ed essere… Presenti!

 

 
Exif: Nikon D300s, Nikkor VR 18-55mm f/3.5-5.6G su 35mm, f/10, 13sec., ISO 400
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