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Quando la programmazione svela un fotografo: un dialogo inaspettato

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Ieri sera, dopo una lezione di programmazione all’università, mi sono ritrovato immerso in una riflessione su quanto le passioni personali possano emergere nei modi più inaspettati.
Alla fine della lezione, nel pomeriggio, mentre ero in fila per far firmare un documento, il professore mi ha chiesto se avessi mai lavorato con l’intelligenza artificiale.

Gli ho spiegato che, pur non avendo mai programmato in quel campo, utilizzo l’IA da esecutore: spesso ChatGPT™ come assistente per il mio blog di Fotografia e sfrutto il riempimento generativo di Photoshop™ nel mio lavoro creativo. Questo ha dato il via a una conversazione sorprendente: il mio professore di programmazione si è rivelato un appassionato di Fotografia.

Con un sorriso, ha iniziato a raccontarmi del suo amore per i colori e le geometrie, con quella naturalezza tipica di chi vive la passione nel profondo. Mi ha confidato che suo padre era un pittore, probabilmente una delle influenze che ha nutrito il suo interesse per la Fotografia.

Non ho resistito alla curiosità quando mi ha detto di avere delle foto con sé. Ha aperto una cartella sul suo computer e mi ha mostrato una serie di scatti da luoghi meravigliosi, tra cui uno dei miei preferiti: l’Islanda. Ogni immagine era una perfetta rappresentazione della luce e dei dettagli, un chiaro segno di talento innato.

Gli ho dato qualche consiglio su come migliorare la post-produzione. Le inquadrature erano già impeccabili, ma con alcune nozioni tecniche aggiuntive e una maggiore attenzione alla gestione della luce, avrebbe potuto portare le sue fotografie a un livello superiore.

Parlando con lui, ho percepito una sensazione familiare. Mi sono reso conto, ancora una volta, che la Fotografia è davvero per tutti. Incontro spesso persone che hanno dentro di sé un fotografo, anche se magari non lo sanno ancora. Il mio professore di programmazione, pur immerso in un mondo di logica e codice — che di per sé ha qualcosa di artistico — ha dentro di sé un fotografo: è bastato solo un po’ di dialogo per far emergere quella passione, quella Luce interiore.

Questo episodio mi ha fatto riflettere su quanto la Fotografia sia una forma d’arte universale. Non importa chi siamo o cosa facciamo: la capacità di catturare la realtà attraverso una lente è una dote che può appartenere a tutti; nessuno si senta escluso. Questo è esattamente il cuore del mio corso di Fotografia: aiutare le persone a scoprire e affinare il loro potenziale creativo, spesso celato o latente.

Ciò che mi ha colpito di più del mio professore non è stata solo la sua passione per la Fotografia, ma la dedizione con cui ha coltivato quest’arte, nonostante il suo lavoro principale sia in un campo così diverso e già molto impegnativo. È un perfetto esempio di come tutti abbiamo dentro di noi una forma d’arte, un talento che può emergere e arricchire le nostre vite, se gli diamo spazio.

L’approccio del mio professore mi ha ricordato quanto sia fondamentale mantenere viva la curiosità e il desiderio di esplorare nuove strade, indipendentemente dal nostro percorso professionale. Tutti dovremmo imparare a coltivare le nostre passioni con la stessa dedizione che mettiamo nel nostro lavoro.

In fondo, ciò che conta davvero non è solo ciò che facciamo, ma come riusciamo a far emergere quello che ci rende unici. Proprio come il mio professore di programmazione, che nell’anima è anche un fotografo con un occhio straordinario per la luce e la bellezza.

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